Le favole della maggioranza, le occasioni mancate per la comunità

palazzetto

         Prima                     Dopo la cura

Non traggano in confusione il lettore le due immagini ‘prima e dopo la cura’. Non si tratta di un errore di impaginazione. Per il palazzetto dello sport non è cambiato proprio nulla.

In un laconico annuncio di gara per l’assegnazione di posti parcheggio, la citata struttura, secondo schemi ormai noti, viene definita “costruendo palazzetto dello sport”. In quel “burocratico” gerundio potremmo ravvederci anche tutta la voglia, la speranza di vederlo finalmente terminato, costruito. Come si dice: “pare mill’ anne!”. Di anni, invece, ne sono passati appena 29, poco più di un quarto di secolo da quando fu posta la prima pietra. Solo per dare una proporzione, pare che Cheope impiegò solo 25 anni per far erigere la sua famosa piramide.

Nell’invertire la tendenza del vento (“Cambiamo il vento”, recita lo slogan elettorale dell’attuale maggioranza) ci saremmo aspettati prese di posizione più nette e precise. Perdonate il romanticismo. Sappiamo che ultimamente il classico non trova alloggio nei nostri pensieri. Ma, tanto per giocare con le parole, ci saremmo aspettati che il gerundio italiano ‘costruendo palazzetto dello sport’ ossia, palazzetto in fase di realizzazione (ma di reale realizzazione, né di progetti, né di discussioni o spiegazioni al riguardo neanche l’ombra) si tramutasse nel gerundivo latino ‘costruendum est’ (“il palazzetto si deve costruire” quindi ripetiamo azioni, presa di posizioni e quanto necessario). Magari se ne parlerà la primavera prossima. Intanto, però, ne sono passate due!

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