Fosse ca fosse la volta buona!

Capri cartina

di Paolo Federico –

–  Stretta in una morsa che diventa sempre più serrata l’isola si trova ad immaginare il suo futuro energetico e per parlarne stavolta vorrei regalare l’immagine del gioco della tombola. Tanti bussolotti sono già stati assegnati sulla nostra cartella ed al momento da un parte pare abbiamo già fatto la qua – TERNA e dall’altro ci è toccata anche la C’ INQUINA. I tempi stanno diventando maturi per l’attesa tombola che dovrebbe darci la soluzione finale.

Il tempo sarà proprio il fattore e la variabile che maggiormente influirà sul futuro. La TERNA c’è ma non si vede. I lavori proseguono, il 2017 dato come termine perché Capri sia in rete. Vuol dire che la corrente può arrivare a Capri o che la corrente arriverà nelle nostre case?

Sembra questione di poco, ma la vicenda ‘rete di distribuzione interna’ non sarà di facile soluzione. Sarà possibile far circolare la corrente nella vecchia rete di proprietà della SIPPIC? Ci vorrà ulteriore tempo per adeguare quest’ultima? Ci sarà tempo per realizzarne una nuova?

E il tempo ritorna per il problema della centrale, alla quale credo proprio di tempo ne resti sempre meno. Ma attenzione! Non guardiamo in questo momento alla chiusura. Credo, infatti, che se qualsiasi giudice molto probabilmente ne sancirebbe la chiusura da un lato, dall’altro certamente si domanderebbe come sopportare una Capri ritornata all’età della pietra in un sol giorno.

Il problema tempo della centrale, sembra brutto a dirlo, è come mantenerla in vita fino all’arrivo della cavalleria TERNA. Si dice che morto un papa se ne fa un altro; e noi abbiamo l’amaro destino in questa situazione di dover avere il nuovo papa prima che il vecchio muoia!

Sempre a proposito di tempo, qualche tempo fa era stato promesso che l’arrivo del primo cavo sottomarino a Capri avrebbe consentito l’immediato spegnimento della centrale. Questa dovrebbe rimanere di riserva fino all’arrivo del secondo cavo, il quale a sua volta che comporterà l’obbligo di dismissione dell’intero impianto. In questo momento la centrale è ancora, stando alle ultime informazioni, notoriamente e paurosamente accesa. Quindi c’è da pensare che il primo cavo non sia ancora arrivato.

Ma il tempo gioca anche un’altra partita. Aiuta i contendenti a riavvicinarsi, magari a fare ragionamenti un po’ più a lungo raggio che nel fervore della contesa si erano omessi. Dal canto mio provo, come dire, a fare un sogno. La TERNA potrebbe immaginare che forse sarebbe conveniente dialogare con la SIPPIC per la questione rete distributiva. Forse questa centrale con una bella pittata e certamente con un bel adeguamento tecnico non è poi una cattiva idea. Noi acquisteremo la corrente da qualcuno che la prenderà dalla rete di qualcun altro nella quale qualcun altro ancora la immetterà. Non so se si capisce! Ricordiamo che TERNA costruisce le reti, non produce energia!

Da diversi lustri vado dicendo che la questione è aperta. Di certo non si potrà, né si dovrà più sopportare una centrale nelle condizioni attuali. Tuttavia, che la centrale  vada via non è così scontato. Ho anche sognato che in cambio di una centrale sulla terraferma per poter proseguire la funzione di produttore, la Sippic sloggiava da Marina Grande. In pratica, ‘pagare e ringraziare’. Ma questo, ancora una volta, solo il tempo ce lo dirà!

A questo punto il tempo, credo, bisognerà spenderlo nel dialogo per gestire il tempo che resta alla centrale, qualsiasi sia il suo destino, altrimenti la cavalleria arriva tardi. Un tavolo di dialogo pratico, insieme allo svantaggio di essere su di un’isola che non ha alternative, ahimè sono un prezzo che bisogna pagare. La soluzione sarà un do ut des. Non credo potremo sostenere anni di dispute legali.

La parola passa quindi a chi nel gioco di questa tombola ha il cartellone. Che faccia una bella scotoliata al panariello e speriamo che fosse ca fosse la volta buona e facciamo tombola!

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