SALVIAMO IL CAPILUPI?

l'ospedale Capilupi

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.” ( Henry Ford)

Complesso e senza alcun dubbio ricco di sfaccettature poter parlare oggi del nostro ospedale Capilupi o meglio ancora poter affrontare quelle che anche nelle dichiarazioni ufficiali vengono indicate come “problematiche dell’ospedale Capilupi”.

Ricco di sfaccettature perché appunto sono da immaginarsi problematiche, complesso perché forse sono stati seguiti deboli approcci e molto più probabilmente è mancata una “reale” politica per affrontarle, nel senso di visione del problema e loro corretta definizione; in parte senz’altro avrà anche influito la situazione più generale del sistema regione Campania che con una sanità commissariata da diversi anni ha dovuto forse fare più attenzione alla “scure” del contabile che al “bisturi” del chirurgo.

Certamente individuare  i vari livelli di responsabilità in tal senso trova poco spazio in un dibattito locale dove certamente poco interessa ciò che succede agli altri, quindi parliamo di ciò che succede a noi.

Sinceramente vorrei sollevare un dubbio, prendetelo come mio personale, che intorno alla vicenda Capilupi ci sia una eccessiva confusione, confusione che pone, sempre secondo me,  grossi ostacoli per un reale affrontare i problemi, confusione che mina le reali possibilità del grande impegno e partecipazione della gente, del sincero impegno delle amministrazioni, della concreta disponibilità degli organi di governo della ASL, sembra a mio avviso che il persistere di questa confusione porti le parti citate più a sentirsi parti in causa su un campo di battaglia piuttosto che convenuti ad un unico tavolo, piuttosto che “dirci” le cose stiamo tutti con gli scudi alzati.

Per abbassare gli scudi però abbiamo bisogno di un clima che si rassereni e che consenta un sereno dibattito, la cura la consiglierei per qualsiasi problematica, io stesso dicendo questo e quanto andrò a dire ho come dire il dubbio di essere “frainteso”, qui nessuno è contro il Capilupi, sono pro Capilupi anche coloro i quali magari hanno un’idea diversa su come affrontare un problema, o un’idea diversa su come chiamare il problema, bisogna però creare degli spazi ed ambiti di discussione, ho il grosso dubbio che non sia ben chiaro che giustamente chiamare tutti a dare un proprio contributo per un problema che coinvolge tutti non vuol dire selezionare “chi non è con me è contro di me”!

Nell’affermare di un sincero dubbio di confusione sarò altrettanto sincero di non voler sollevare, salvo smentite, un altro dubbio, stavolta terribile, cui prodest?  Credo al momento sia solo confusione sic et simpliciter, vuoi dettata  da legittimi timori magari malriposti, vuoi per la reale impossibilità del momento a rispondere a delle istanze che magari erano come dire “oltre”, si è fatta la corsa magari per chiudere dei buchi con una toppa non proprio a colore.

Ovviamente non ho qui la presunzione di  essere capace di diradare tale confusione, termine con il quale, voglio maggiormente sottolineare,  intendo quella difficoltà di dialogare tra le parti,  l’idea è solo lasciare qualche riflessione per un modesto contributo operativo , liberi poi tutti di volerlo considerare e financo di non prendermi sul serio, così come altrettanta presunzione non sarà proposta nel voler affrontare qui nel breve volgere di un articolo l’intera complessità del problema.

Un primo esempio concreto per cominciare a creare quel clima costruttivo tanto auspicato:  agli atti del consiglio comunale congiunto del 29 aprile u.s. c’è scritto: “addirittura un macchinario donato risulta chiuso in cassaforte perché non c’è la determina di accettazione della donazione da parte dell’ASL da tre anni”, rimuoviamola un po’ di confusione, al consiglio comunale partecipò anche il nuovo Direttore Sanitario, una semplice domanda: incontriamoci domani in ospedale ed apriamola questa cassaforte ci dici perché il macchinario è li, serve o non serve, qua non dobbiamo entrare in bilanci o strane procedure burocratiche dobbiamo tutti collaborare,  sia chi quel macchinario lo ha messo in cassaforte,  sia chi ha aperto quella cassaforte per guardarci dentro per farcelo sapere.

Credo che da qui non si scappa, di fronte ad una precisa affermazione, che non è dichiarazione di intenti, visione politica che richiede approfondimenti, lo spirito costruttivo impone di sapere ma subito, qua siamo tutti a favore del Capilupi ed allora ad una semplice domanda una semplice risposta e magari abbiamo risolto il primo problema, magari il Direttore Sanitario è li da un mese e manco lo sa della cassaforte, ma se le parti non si parlano con spirito sincero e costruttivo siete d’accordo o no che si fa confusione? Si fa confusione perché il terreno di dialogo per poter affrontare i problemi si trasforma in un terreno dove ognuno combatte la sua battaglia personale e si sceglie nemici ed alleati e come ci insegna il mito “quanne e ciucce se appiccechene ‘e varrile se scassene!”

Secondo atto pratico per rimuovere la confusione, sempre agli atti del consiglio comunale: in altri posti è stata fatta una deroga nell’attuando piano ospedaliero che sarà presentato dopo le elezioni regionali e, se verrà preso in considerazione dalla nuova giunta regionale, si andrà avanti. Ma le elezioni regionali si terranno il 31 maggio ed il 29 aprile qualcuno ha già letto un piano ospedaliero che sarà presentato non prima di giugno?  Ma allora noi di cosa stiamo parlando? Ci riuniamo per parlare di cosa? In altri posti, e quali sono questi posti? Come facciamo ad interloquire con le istituzioni se c’è qualcuno che sa cose che non noi non sappiamo ancora? Perché non leggiamo il documento velatamente citato e tutti insieme diamo il nostro contributo collaborativo?

Se le parti non si parlano chiaramente ed anche sulla base di decisioni prese o da prendere che siano alla conoscenza di tutti siete d’accordo o no che si fa confusione?

Guardate che rimuovere la confusione è un passo essenziale altrimenti si possono perdere anche dei passaggi importanti che andrebbero consolidati , in documenti ufficiali  2014 riguardanti il piano di rientro sanitario regione Campania , quelli per intenderci dove c’è scritto che la legge prevede la chiusura punti nascita con meno di 500 parti anno, c’è scritto che non è prevista la chiusura del punto nascita del Capilupi perché nosocomio situato su di un’isola.

Tale fatto , possa far piacere o meno, si possa credere o non credere, stabilisce un punto importante che non andrebbe sottovalutato, ho letto per mio cruccio personale tantissimi documenti ufficiali delle più disparate materie tra le quali trasposti  marittimi, terrestri, ecc., ebbene qui per l’ospedale per la prima volta ritrovo che un ente riconosce che Capri è un’isola!

Non vorrei essere frainteso la mia non è ironia spicciola né tantomeno ironia, qui non si parla più di difficoltà, disagi, problematiche tutte cose che potrebbero essere magari risolte ed affrontate ma si afferma che il territorio isolano non può cambiare, credetemi un passo avanti notevole.

La mia domanda allora in questo famoso documento che potremmo leggere solo dopo le elezioni  c’è scritto ancora che Capri è un’isola? Questo punto nascita è da difendere o non ha mai corso pericoli? Solo rimuovendo la confusione nel capire da dove dobbiamo partire potremmo contribuire concretamente  con proposte ed ausili.

Molto altro ci sarebbe da dire perché molte proposte sono state presentate e molti contributi ufficializzati tutti meritevoli di attenzione in un alveo però di sereno confronto come auspicato, per concludere segnalerò solo una di queste richieste, sempre agli atti comunali, e che mi darà lo spunto anche per lanciare da queste pagine un invito di incontro  tra il nostro giornale e le varie parti per uno scambio di opinioni, in passato Spazio Capri  ha già organizzato incontri pubblici.

Ebbene agli atti tra le varie richieste accettate e da inoltrare leggo: “di garantire la presenza del Direttore Sanitario o suo sostituto per la gestione delle risorse umane”, da vecchio direttore d’albergo lasciatemi dire che auspicherei che la presenza del Direttore Sanitario fosse valorizzata per compiti superiori e forse in questo il Dr. Monaco sarebbe d’accordo con me, non vorrei aver interpretato male ma se le gestione risorse umane vuol  dire fare i turni o tenere in riga le persone non abbiamo bisogno di un direttore sanitario basta postulare alla sicura professionalità degli operatori,  alle provate competenze di coloro che in albergo chiamo i capi reparto, qui almeno  niente confusione  questo non può e non deve essere un problema.

Paolo Federico

 

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