Non ci resta che sperare

vignetta_Caremar

 

Dopo 40 anni di onorata carriera la Caremar non è più pubblica, la legge che istituiva le società pubbliche di navigazione entrò in vigore il 26 giugno 1975; siglato qualche giorno fa l’ultimo atto amministrativo per il passaggio definitivo ai privati.

Per chi come noi ha sempre sostenuto la non opportunità di vendere, o meglio, sulla necessità di avere una società pubblica che potesse assolvere in maniera istituzionale, per intenderci senza stress da consiglio di amministrazione, quei compiti che venivano assegnati da quella lontana legge, non è proprio un gran giorno ma per natura siamo ottimisti e magari ci sbagliamo.
Solo come prece ricordiamo un passaggio della citata legge , Art 3 Il numero delle linee, la periodicità dei collegamenti ed il tipo di  naviglio  debbono  essere  adeguati  a  soddisfare le esigenze di mobilità  dei  cittadini,  nonché  quelle  dei  servizi  postali  e commerciali, contribuendo a promuovere lo sviluppo socio-economico di ciascuna isola. Quante volte ci avete sentito dire che forse il vero problema è stato che alla Caremar non è mai stato permesso di fare la Caremar!

Ora l’affare è concluso e dobbiamo guardare avanti, a proposito di affari si dice sempre che è tale quando si fa in due, da una parte abbiamo la Regione che ci dice di ridurre i costi per l’ente come minori contributi annui da versare passando da 19 milioni a 10 milioni, dall’altra abbiamo chi ha acquistato la Caremar che a fronte di un esborso di 6 milioni di euro si è assicurato un contratto di 9 anni a 10 milioni di euro di contributi all’anno, contributo stavolta “incontestabile”

Apparentemente un buon affare per entrambi salvo che nel caso specifico ci sarebbe un terzo, cioè noi, che stiamo in mezzo, se prima con 19 milioni l’anno anche la CAREMAR aveva i suoi problemi ed era pubblica ora con solo 10 milioni ed in mani private possiamo star tranquilli come destinatari dei servizi?
Rassicurazioni le stiamo ricevendo da più parti, la Regione che punta al potenziamento dei servizi, i privati che intendono riportare la Caremar agli antichi fasti, e noi? Beh come dicevamo nel titolo a noi non resta che sperare.

Speriamo che si possa finalmente parlare in maniera seria e sostanziosa di OSP, i famosi Obblighi di Servizio  Pubblico, che si possa garantire la presenza notturna di una nave, che vi sia una possibilità di trasposto medicinali ecc., insomma tante cose che con giusta contribuzione ad una società pubblica potevano essere “imposte” perché magari altri nel mercato non avrebbero accettato, in pratica vediamo per 10 milioni di euro all’anno a noi cosa tocca ricevere.

Posti riservati ai residenti? Sarà un bel vedere ed ovviamente saremo contentissimi se ripristinati ma adesso di pubblico abbiamo poco bisognerà convincere chi è abituato a vedere in ogni posto occupato un tot ben preciso e quando questo tot è limitato storce il naso.

Speriamo d’inverno, siamo preoccupati che la situazione non cambierà di molto se prima contavamo sulla Caremar per avere anche un po’ di più dagli aliscafi, stimolati da un minimo di concorrenza adesso questa, la concorrenza, ci ha salutati e quindi sarà il caso forse di contare solo sulle navi.
Aumentare il numero di corse delle navi? Vedremo, forse però bisognerà aumentare i contributi pubblici, insomma la materia è molto dinamica, la stagione è ancora in corsa per l’inverno ci sarà tempo.

Paolo Federico

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