Mi sorge un dubbio

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La mobilitazione collettiva degli isolani in difesa del “punto nascite” dell’Ospedale Capilupi compie un anno fra poco, ed in questo anno ha raggiunto una dimensione ed una forza notevoli, come tutti abbiamo potuto vedere in occasione dei Consigli Comunali congiunti di Capri ed Anacapri del 29 aprile scorso: una manifestazione determinata e festosa insieme, con mamme, bambini, scolaresche, che dimostra l’importanza che ha per tutti noi il poter “nascere a Capri”.

E’ una buona occasione per tentare di fare il “punto” della situazione, ma la cosa non è facile, ed il problema intanto è diventato assai delicato perché la bozza del nuovo Piano Ospedaliero Regionale, a detta di chi ha avuto modo di vederla, oggi effettivamente ne prevede la chiusura. Come siamo arrivati a questa ipotesi così grave?

Vediamo.

La Sanità nella Regione Campania è stata commissariata dal Governo nel 2010 e per la gestione del Piano di Rientro economico è stato nominato Commissario ad acta lo stesso governatore Caldoro; egli governa quindi in prima persona la Sanità attraverso propri Decreti con i quali decide i cambiamenti da apportare al sistema sanitario regionale ed appronta i programmi operativi conseguenti.

Fra i decreti più recenti il nostro direttore Paolo Federico, più bravo di me in queste cose, ne ha trovati due che parlano del punto nascita caprese.
Il Decreto n. 18 del 21.03.2014 ad oggetto: “adeguamento programmi operativi 2013 / 2015 agli indirizzi ministeriali”, a pagina 172 a margine della tabella che elenca gli ospedali con meno di 500  nascite all’anno, recita testualmente:
“Si evidenzia come, dei suddetti punti nascita, la Regione intenda mantenere in attività:
– il P.O. Capilupi di Capri, trattandosi di punto nascita situato su territorio isolano;
– il P.O. Anna Rizzoli di Ischia, trattandosi di punto nascita situato su territorio isolano;
– l’Ospedale Civile Albano Francescano di Procida, trattandosi di punto nascita situato su territorio isolano;
– il P.O. Dell’Immacolata di Sapri, in quanto la chiusura di tale PO causerebbe mobilità verso le regioni limitrofe.”
Questa intenzione è ribadita e sancita nel successivo Decreto n. 108 del 10.10.2014 sempre ad oggetto: “adeguamento dei programmi operativi 2013 / 2015 ecc.”, a pag. 179 nella tabella degli Ospedali con punto nascite attivo vengono compresi quelli di Capri, Ischia e Procida, classificati tutti e tre come HI (ospedale isolano) con la esplicita dicitura “deroga per comune isolano”. Vengono altrettanto confermati i vari reparti ed i posti letto relativi (a Capri Medicina n.7, Chirurgia n.7, Ginecologia ed Ostetricia n.3, Pediatria n.1).

Quindi, stando alle norme vigenti, nel 2014 il problema non c’era ancora; eppure il timore della chiusura del punto nascite è costantemente stato molto forte, diffuso nell’isola in modo sempre più crescente, non so dire perché, né a causa di chi, né tantomeno so trovare una spiegazione; forse una spiegazione la può tentare chi meglio di me conosce le cose dell’Ospedale. Ma ricordo bene che quando Paola Mazzina e Paolo Federico nel luglio scorso si recarono a Napoli dal direttore generale dell’ASL Ernesto Esposito per cercare di comprendere cosa stava succedendo e tornarono con notizie rassicuranti, furono accolti a “fischi e sberleffi” sui cosiddetti “social” oggi tanto frequentati in rete.

Veniamo al 2015.

Il 3 febbraio 2015  c’è stata un’audizione sulla situazione del Capilupi presso la cosiddetta “Commissione Trasparenza” del Consiglio Regionale durante la quale venne avanzata l’ipotesi di dichiarare l’ospedale di Capri “Presidio Ospedaliero di zona particolarmente disagiata”.  La nostra condizione di isolani è indubbiamente “disagiata” nel senso del significato della parola in lingua italiana; ma se parliamo di “Presidio Ospedaliero di zona particolarmente disagiata” nell’ambito del Sistema Sanitario nazionale, allora bisogna andare a vedere cosa in pratica precisamente significa. La risposta sta nel Regolamento che definisce gli standard ospedalieri, nel cosiddetto “Decreto Balduzzi”, al punto 9.2.2., e ci dice come tali strutture sono molto diverse dall’Ospedale che abbiamo attualmente: c’è solo un  reparto di Medicina (niente Chirurgia né Ginecologia né Pediatria); in questi presidi ospedalieri viene sostanzialmente garantito un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato alla Emergenza – Urgenza (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto di attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Presenza di punto nascite: zero.

Ecco quindi il grande dubbio:  e se l’ipotesi attualmente sul tappeto della chiusura del punto nascita caprese derivasse proprio dalla prospettata decisione di dichiarare il Capilupi “Presidio Ospedaliero di zona particolarmente disagiata”? Spero sinceramente che non sia così, sarebbe gravissimo; ma non posso fare a meno di rendere pubblico questo dubbio e di sottoporlo, in primis, alla responsabilità ed alla competenza dei nostri due Sindaci.

gieffe

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