Alla faccia della trasparenza

Alla faccia della trasparenza

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Recentemente si è riaperto il dibattito sul futuro della centrale elettrica della Sippic. A distanza di pochi giorni uno dall’altro, abbiamo avuto il comunicato dell’Associazione dell’ex Sindaco Ciro Lembo, quello degli attuali amministratori della Sippic e quello dei nostri amministratori Comunali della Primavera.

In realtà, il termine ‘dibattito’ non è molto appropriato, dibattito dovrebbe significare ‘confronto di idee’, di cui purtroppo non c’è traccia; ciascuno ripete e conferma la propria posizione di sempre: chi vuole la chiusura definitiva della Centrale, chi la sua sopravvivenza fin quando ci sarà bisogno di energia di riserva, e c’è anche chi vedrebbe di buon grado il mantenimento della produzione una volta rinnovati i macchinari e rispettate le condizioni di compatibilità ambientale. Tutte posizioni comprensibili, rispettabili e sicuramente legittime.

Quello che purtroppo non emerge con chiarezza, in tanto parlare, è stabilire chi, di fatto, ha il potere, come si dice la ‘competenza’, di decidere fra le tre soluzioni sopra dette.

Proviamo a vedere.

  1. Il Comune? Sicuramente no. Non ha la ‘competenza’. Può sollecitare, chiedere, contribuire e spingere in mille modi, ma non sarà mai lui a poter prendere una decisione. Da questo punto di vista, l’impegno preso in campagna elettorale è stato un bluff, per non dire una bugia; aggravata, a mio parere, dal fatto di essere detta sulle spalle dei tanti abitanti della zona che stanno vivendo o hanno vissuto, all’interno delle proprie famiglie, i gravi problemi di salute che sappiamo.
  2. Il Ministero, la Regione? Probabilmente sì. Possiamo pensare che la Regione, così come decide sul destino dell’Ospedale Capilupi attraverso il suo Piano Sanitario, possa fare altrettanto sulla centrale Sippic attraverso il suo Piano Energetico. Al momento, però, non risulta che ci sia, in Regione, alcun provvedimento o alcuna attività a riguardo.
  3. La società Sippic? Sicuramente sì. Come ogni imprenditore, dal piccolo negoziante al grande industriale, è padrona di decidere se chiudere la propria attività, o cederla a un altro, o continuarla tranquillamente.

La Sippic ha quindi un ruolo molto importante in questa decisione da prendere. Prima domanda: perché, in tanto parlare (e tanto scrivere) nessuno vi fa cenno?

Andiamo avanti.

Come è stato detto molte volte, la distribuzione e la produzione dell’energia elettrica sono due cose strutturalmente separate. Attualmente sull’isola la distribuzione è rappresentata dalla Terna, con il cavo che ci collega alla rete nazionale, e dalla Sippic, con i cavi che, partendo dalla centrale, portano l’energia a tutte le utenze dell’isola. La produzione, ovviamente, è rappresentata dalla sola Centrale Sippic.

Siamo stati tutti informati, con la dovuta enfasi, della messa in opera del cavo che congiunge la stazione di arrivo di Gasto (proprietà Terna) con la rete di distribuzione locale (proprietà Sippic) che parte dalla centrale e collega tutta l’isola. Questo e’ un fatto di grande importanza, che consentirà di fatto l’utilizzo dell’energia proveniente dalla terraferma. In tutta evidenza, questa cosa presuppone l’esistenza di un accordo, in qualsivoglia forma, fra Terna e Sippic. Un accordo di importanza storica, decisivo per il nostro futuro. Seconda domanda: perché, in tanto parlare (e tanto scrivere) nessuno vi fa cenno?

Veniamo alla produzione di energia.

Da qualche tempo i comunicati della Primavera indicano come soluzione definitiva quella della sopravvivenza della Centrale, come fonte alternativa in caso di emergenza, fino alla realizzazione del secondo collegamento marittimo via cavo prevista tra circa cinque anni. Questa decisione chi l’ha presa? Chi ha avuto il potere di farlo? Se voi foste la Sippic, comprereste dei nuovi motori, immagino molto costosi, per tenerli spenti salvo che in situazioni eccezionali? E poi buttarli via alla prevista definitiva chiusura? Non potrebbe anche questo rientrare in un accordo, in qualsivoglia forma, fra Terna e Sippic? Terza domanda: perché, in tanto parlare (e tanto scrivere) nessuno vi fa cenno?

Alla faccia della trasparenza.

gieffe

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